"La rivoluzione digitale è tale perché la tecnologia è divenuta un ambiente da abitare, una estensione della mente umana"
Tonino Cantelmi
VIRTUAL FASHION DESIGNER
REDAZIONE FBT 4.0

Secondo la stilista digitale Amber Jae Slooten, co-fondatrice di The Fabricant, la prima casa di moda digitale al mondo che disegna capi che esistono solo digitalmente, la pandemia di coronavirus ha fatto esplodere l’interesse di una moda sempre più virtuale. Slooten ha affermato tramite una intervista per una rivista inglese, che ad oggi ci sono moltissime persone interessate ad una moda sempre di più digitale, in quanto si sentono più libere di esprimere le proprie fantasie creative. Il crescente interesse per gli abiti virtuali fa eco alla crescente popolarità delle immagini raffiguranti paesaggi fantastici che “offrono la possibilità di meravigliarsi e fuggire”, secondo gli artisti della visualizzazione. Ecco che The Fabricant, crea outfit co un software di modellazione 3D. Gli articoli su misura sono progettati per drappeggiare e muoversi come se fossero reali. Gli avatar dei clienti possono “indossare” gli articoli su piattaforme di social media, ambienti di gioco e mondi virtuali, permettendo così ai consumatori di evitare gli sprechi e l’inquinamento associati alla moda tradizionale.
La moda virtuale viene naturalmente alle giovani generazioni, ha detto Slooten, poiché sono a proprio agio con l’idea di avere identità parallele nel mondo reale e online. In futuro, Slooten crede che la moda del mondo reale diventerà sempre più tecnologica e sostenibile, con materiali intelligenti che agiscono come una seconda pelle e sono in grado di monitorare il corpo. “Sento che il futuro risiede nei materiali che sono intelligenti e che sono in grado di crescere con noi o addirittura crescere su di noi”, ha spiegato Slooten, aggiungendo che il mondo fisico consentirà alle persone di esibire “un’espressione più sobria di chi siamo”. Alla fine, la tecnologia potrebbe rendere indistinguibili il mondo digitale e quello fisico, ritiene Slooten, con gli indumenti che offrono un feedback tattile in modo che la realtà virtuale diventi simile al mondo reale. “E questo apre anche una questione più filosofica”, aggiunge Slooten. “È anche una realtà? Perché se il mondo virtuale sembra, assomiglia e si comporta come la realtà, come facciamo a sapere che è virtuale?”