"La rivoluzione digitale è tale perché la tecnologia è divenuta un ambiente da abitare, una estensione della mente umana"
Tonino Cantelmi
ALLA SCOPERTA DEI CYBORG NEL MONDO DEL FASHION
REDAZIONE FBT 4.0

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Come sarà la moda del futuro?
Questa volta questa domanda non è legata a delle specifiche tendenze di moda, ma come in un futuro non troppo lontano l’intelligenza artificiale cambierà in maniera veloce e incisiva non solo il modo di tracciare il gusto e i consumi di moda, ma anche lo stesso processo creativo.
Molti si interrogano se il vero futuro della moda sarà rappresentato da dei semplici algoritmi.
Ecco che allora il confine tra la realtà virtuale e la nostra realtà quotidiana si fonderà, l’umano e la macchina non sono più gli opposti ma due elementi che crescono sempre più vicini, gli uni agli altri.
Ecco che allora anche nel mondo del fashion appaiono figure ibride a tutti gli effetti, i cyborg, che diventano l’unica via per definire una nuova identità estetica e non, in opposizione a neo conservatorismi di tutti i generi.
Anche il brand italiano Gucci, diretto da Alessandro Michele, ha fatto uso della tecnica di stampa in 3D, facendo sfilare durante la sfilata Fall Winter 2018/2019 un paio di modelli che sostenevano la riproduzione della propria testa.
Il cyborg diventa nell’estetica di Gucci una metafora di ciò che vogliamo essere se ci svincoliamo da modelli identificanti e imposti.
Anche il direttore creativo di Balenciaga, per la collezione donna Autunno Inverno 2018 ha portato in passerella delle giacche di derivazione digitale. Per realizzare le forme, Gvasalia ha scansionato i corpi delle modelle in 3D, ha elaborato le parti con un programma CAD e le ha stampate in 3D, in una schiuma leggera a cui erano legati i tweed o il velluto.
La creatività è una capacità cognitiva che lavora per suggestioni e associazioni, spesso apparentemente illogiche e astratte, ma in realtà l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale possono servire a trovare nuovi sbocchi e a superare barriere tecniche. La moda d’altronde è sempre stata un’industria frutto di collaborazioni, a partire dalle mani di sarte e modelliste che creano i primi prototipi – e sono anch’esse una forma di “tecnologia” applicata a un’idea – quindi perché avere paura di ulteriori strumenti?